La morte in-attesa è il risultato di anni di emozionante e fecondo lavoro svolto con i genitori in lutto e con il personale ostetrico.
Centinaia le testimonianze scritte nel forum di CiaoLapo, pervenute ai miei indirizzi mail, narrate nel corso di gruppi di auto aiuto o all’interno del mio studio professionale si intrecciano ai racconti di operatori, ostetriche e ginecologi, che hanno condiviso con noi saperi, esperienze e difficoltà, permettendoci di delineare un protocollo di assistenza rispondente alle esigenze di utenti ed operatori italiani.
For sale: baby shoes, never worn
Ernest Hemingway
In queste pagine è raccolto il frutto della condivisione di dolore, narrazioni e poi riflessioni su una tra le esperienze di maternità più tragiche che debbano essere affrontate in un reparto di ostetricia, la morte del bambino atteso in gravidanza o dopo la nascita.
Sono inoltre offerti spunti teorici e cornici operative, frutto del lungo dialogo con le realtà internazionali che da molti anni studiano e adattano l'assistenza al lutto perinatale alle realtà dei loro ospedali.
Alcuni tra gli strumenti operativi proposti hanno lo scopo di sostenere la pratica del professionista sotto il profilo comunicativo, assistenziale e psicologico, con la competenza propria di chi senza farsi carico dei problemi del suo paziente, e dunque sentirsene sopraffatto, prende in carico e dunque accompagna il paziente nel difficile percorso del lutto e del trauma.
Nel testo sono presi in considerazione i diversi tipi di perdita in gravidanza e dopo il parto, dall'aborto spontaneo del primo trimestre fino alla morte post-natale, passando dalla perdita di uno o più gemelli e dall'interruzione di gravidanza per patologia.
Nel testo, come del resto ovunque io vada, mi riferisco con il termine “bambino” ad ogni stadio della gravidanza e del dopo parto, partendo da una considerazione etimologica e da una considerazione esperienziale: sia feto che embrione significano bambino, e nella mente delle madri che raccontano le loro gravidanze desiderate, non ho mai trovato frasi come “aspetto un feto” o “aspetto un embrione”;
“aspetto un bambino” rappresenta la modalità di comunicazione a sé e al mondo della nuova maternità nella grande maggioranza dei casi.
Quando un bambino muore, è lo stesso bambino che aspettavo, e definirlo tale può essere utile per riconoscere la sua perdita e iniziare ad elaborare il lutto.
Indicato per:
- studenti di ostetricia, di medicina, di scienze infermieristiche
- medici
- ostetriche
- infermieri
- operatori della terapia intensiva neonatale
- psicologi
- counselor
- psicoterapeuti
e per chiunque desideri approfondire i principi base dell'assistenza e della psicologia del lutto perinatale.